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martedì 24 novembre 2009

Il presepe,il Natale,le poesie(foto del presepista Francesco Ajello)-cliccate per il video



Amiche ed amici,
Natale per noi che abbiamo una certa età voleva dire presepe:presepe in chiesa-in classe-a casa.
A scuola,oltre che a preparare la lettera di Natale,bisognava imparare a memoria qualche poesia.
Io ricordo ancora questa,se non vado errato di Guido Gozzano.

NOTTE SANTA

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!

Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane! Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!

Alleluja! Alleluja!

Cercate di ricordare anche qualche poesia o qualche particolare.A proposito di particolari ricordo ancora la mia scena muta in prima elementare davanti al presepe.
che avevamo allestito nella scuola di Via San Vincenzo a Giurdignano. Portavo in mano una matassa di lana .....e incominciai la poesia....".questa è una matassa di lana che ha filato la mia nonna"....poi.....niente....e non ricordo ancora adesso nulla.Diventai tutto rosso e scoppiai a piangere nonostante la mia insegnante Anna Lanzilao mi suggeriva le parole per continuare.

Un caro saluto
Gioacchino Vilei

venerdì 20 novembre 2009

Ricetta Salentina-la scapece Gallipolina-di Palma D'Onofrio



Ciao amiche ed amici,
ecco qui un'altra ricetta Salentina a cura di Palma D'onofrio

"la scapece Gallipolina"

Un po' di storia
La scapece Gallipolina è piatto tipico della città di Gallipoli. Per alcuni il nome “scapece” viene da “esca di Apicio”, da Apicio Marco Gario, il gastronomo romano dell’età augustea che fece preparare per primo la scapece. Per altri invece proviene dall’arabo sikbag, che vuol dire pesce marinato. Nelle dispense delle famiglie non mancava mai. La scapece è infatti nata dall’esigenza di conservare il pesce e far fronte ai lunghi periodi di carestia. Il consumo di scapece è strettamente legato alle feste tradizionali e alle fiere.


Il necessario
I pesci adoperati sono: zezzo (pupiddhu, masculari e fimmineddhe), garizzo (masculari e fimmineddhe), latterini (minocia e trenula) boghe piccole (ope).
Gli altri ingredienti: pan grattato ricavato dal pane di grano duro decorticato ed essiccato fino ad ottenere una colorazione giallognola, aceto, zafferano.

Procedimento
Ecco la ricetta secondo i canoni della tradizione.
Il pesce che deve essere freschissimo viene selezionato in modo da scartare gli esemplari maltrattati e i residui di alghe. Quindi viene fritto in olio d’oliva abbondante. Poi sistemato nelle calette, i mastelli di castagno provenienti dalla Calabria.
Il pangrattato che deve avere un aspetto grossolano, sbriciolato viene imbevuto di aceto e zafferano.
Nel mastello di legno si creano strati di pesce e pane allo zafferano e aceto e così via, fino ad arrivare all’orlo. Il pesce è pronto per il consumo dopo qualche giorno.

Palma D'Onofrio


Un caro saluto a tutti voi

Gioacchino Vilei

venerdì 13 novembre 2009

Il mio Natale di tanti anni fà-usi-costumi-tradizioni del Salento(cliccate per vedere il video)


Ciao amiche ed amici Salentini e non,

ormai in giro si sente già aria di Natale e proprio per questo voglio dare a tutti voi che visitate questo blog la possibilità di lasciare qui un pensiero,un augurio,una ricetta,una vostra esperienza o racconto di Natale di un tempo,di un Natale di oggi in qualsiasi parte dell'Italia e del mondo.

L'anno scorso vi avevo già riproposto una mia poesia dialettale dedicata alle mie figlie sul mio Natale di tanti anni fà quando ero bambino dove parlo di usi e tradizioni di un tempo che ormai sono in disuso.

Voglio riproporvela innanzitutto per quanti non hanno avuto l'occasione di leggerla ma soprattutto perchè il ricordo di quei tempi mi emoziona.

Per chi invece volesse cimentarsi con delle ricette tipiche Natalizie Salentine deve guardare i miei post sull'argomento.

Se decidete di trascorrere il Natale nel Salento potete guardare anche gli annunci pubblicitari che compaiono nel blog e comunque sono sempre a disposizione per chiarimenti e informazioni in merito

Insomma anche se manca un pò di tempo a Natale aspetto i vostri post per rivivere in tempo utile le emozioni che sicuramente ognuno di voi ha nel cuore.


NATALE
(dedicata alle mie figlie:Annalisa-Silvia-Stefania)

Fije mei,
lu Natale de tanti anni rretu
quannu iou eru piccinnu comu ui
nautra cosa era.
Nove giurni prima de Natale,
la nuvena ncuminciava
e lu papà osciu
la mmane mprima se zava
e poi tuttu nsunnatu
alla chiesa rriava.
Tu scendi dalle stelle
se cantava e
aria de festa se sintia.

Alla scola poi,
la letterina de Natale sescrivia
e la recita e la poesia se mparava.
La notte de natale,
tutti riuniti nanzi lu cantune
le mengule se cazzaune
e a "chirifì chirifò scicaune.

Lu girnu de natale
cullu vestitu nou
a missa sciane.
A menzatie
la letterina de natale sutta
lu piattu de patrima mintia
li sordi spittava
ca li simenti e li lupini
mera ccattare.

Tante belle cose se mangiaune
ma specialmente le pittule
le cartidrhate e li cunfritti cullu mele.
Nun c'erene tutti li regali de moi
ca tiniti ui a Natale
sutta l'albero:sia ca li regali
se faciune alla festa
della befana,sia ca
nun c'erene li sordi de moi.

Quistu era lu Natale
de lu papà osciu,povero ma bellu:
quannu divintati cranni
cuntatulu puru alli fiji osci

(traduzione)

NATALE
Figlie mie,
il Natale di tanti anni fà,quandoero piccolo come voi, era un'altra cosa.
Nove giorni prima di Natale,incominciava la novena,vostro padre la mattina si alzava presto e arrivava in chiesa assonnato.
Si cantava "tu scendi dalle stelle" e si sentiva aria di festa.
Alla scuola si scriveva la letterina di Natale,si faceva la recita e si impararva una poesia.
La notte di Natale tutta la famiglia era riunita vicino al camino,si schiacciavano i pinoli e si giocava.
Il giorno di Natale,si andava a messa col vestito nuovo.
A mezzogiorno,si metteva la letterina, preparata a scuola, sotto il piatto del papà per fare una sorpresa e si aspettavano i soldini perchè con quelli si comprava i lupini .
Si mangiavano delle ottime pietanze ma soprattutto i dolci tipici del salento:pittule-cartellate e strufoli col miele.
Non c'erano tutti i regali che avete voi adesso sotto l'albero;sia perchè non era usanza farli a Natale ma della festa della befana e soprattutto perchè non si navigava nell'oro.
Questo era il Natale di vostro papà:povero ma bello,.
Quando diventerete grandi ,raccontate tutte queste cose ai vostri figli.


Un abbraccio

Gioacchino Vilei

La puccia-la vigilia dell'Immacolata-7 dicembre


Ciao amiche ed amici Salentini e non,
sicuramente chi frequenta il Salento avrà visto nei mesi estivi la sagra della puccia un pò in tutto il Salento e in modo particolare nei comuni di Ugento,Cocumola,Tuglie,Novoli.

Io invece voglio parlarvi della puccia,di questa tradizione del giorno prima dell'Immacolata Concezione,il 7 dicembre.

Ricordo ancora,infatti,quando da ragazzo con degli amici andavo a trovare delle amiche in campagna che raccoglievano le ulive.Si andava a mezzogiorno per mangiare insieme la puccia e bere un bicchiere di vino.

La puccia è un pane tipico del Salento.Si tratta di pane di grano duro,però impastato con più acqua per tenerlo un pò più soffice.Ha la forma tonda e piccolina con l'aggiunta nell'impasto di olive nere.(ved foto)
In questa circostanza la puccia si guarniva di tonno,capperi,pomodori e peperoni.

Per chi volesse preparala in casa ecco la ricetta.

Ingredienti
# 1 kg farina
# 1 e 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva (pugliese!)
# 1 cubetto di lievito di birra
# acqua
# sale
# 2 cipolle
# 8 pomodori
# 300 gr olive nere
# capperi
# origano
# peperoncino

Preparazione

Impastare la farina con acqua, lievito, sale e 1 bicchiere di olio extravergine di oliva. Dovete inmpastare al punto che sembri pasta per pizza. Lasciare lievitare 2 ore. Prendere una padella e fare soffriggere la cipolla tagliata a fette spesse, l’origano e il peperoncino. Aggiungere i pomodori tagliati a cubetti e lasciare cuocere circa 15 minuti. Togliere dal fuoco e aggiungere le olive intere e i capperi. Accendere il forno a 250°. A questo punto occorre versare il sugo nell’impasto e mischiare. Se l’impasto risulta troppo liquido, aggiungere un po’ di farina. Fare delle focaccine un po’ spesse e del diametro di circa 10/15 cm.
Disporre le focaccine su una teglia precedentemente infarinata e lasciar cuocere per circa 40 minuti.

Un caro saluto
Gioacchino Vilei

mercoledì 11 novembre 2009

San Martino-usanze nel Salento(cliccate qui per vedere il video)

Ciao amiche ed amici Salentini e non,
c'è un detto che recita"paese che vai,usanze che trovi"-
Anche per San Martino,nel Salento,ci sono delle usanze diverse rispetto a Milano e a tutto il nord-
Il giorno di San Martino è un'occasione per stare insieme agli amici,fare quattro chiacchere e bere il vino novello(possibilmente senza ubriacarsi).
Ricordiamo invece tutti la famosa poesia di Giosuè Carducci "San Martino"-che abbiamo imparato a memoria alle elementari.
Oggi,sul gruppo di facebook,"cultura salentina"Giancarlo Budano,ha pubblicato l'articolo che segue che descrive molto bene questa usanza.

San Martino
11 Novembre 2009 di Pier Paolo Tarsi


Due personaggi copertinesi d’inizio novecento: Vincenzo Raganato in compagnia di un suo amico (gentilmente concessa dalla docente Flavia Tarantino)
11 novembre di un paio d’anni fa. Milano. Ora di cena. Mi annoiavo e presi il telefono. «Che fate di bello stasera?» esordii da un capo dell’apparecchio, e, dall’altro, molto più a Sud di dove fossi io, a mille e più chilometri di distanza, un mio vecchio amico mi rispondeva sbigottito e forse già un po’ brillo: «Comu cce sta facimu!? Osce è santu Martinu, no!?» («Come cosa facciamo?! Oggi è san Martino no!?»).

La risposta stava a significare che la mia domanda risultava davvero pleonastica e superflua, perché a San Martino nel Salento tutti sanno cosa si fa, persino i bambini, costretti per l’occasione a recitare di mattina, nelle aule scolastiche, le solite poesie inneggianti al Santo e, di sera, a seguire i genitori ai raduni per i grandi cenoni in nutrita e chiassosa comitiva, con il giovane vino in tavola a troneggiare da protagonista assoluto della nottata, quando, al calare delle prime tenebre, la rievocazione delle virtù del Santo vengono spodestate dal mondano tintinnare continuato dei calici di vino novello. Già, non mi ero neanche accorto, di là dove ero in quei giorni, che fosse giunta la beata sera di San Martino!

Questa ricorrenza conserva infatti ancora – per quanto io sappia – una sua specifica valenza significativa e un suo rituale obbligato solo nel Salento, terra dove al Santo si dedica una festa comandata e importante, allegra, profana e gaudente, occasione per la quale secoli e secoli di cristianesimo non sono ancora bastati a sovrapporre un significato religioso al più pagano, dionisiaco, atavico e tuttora superstite inneggiare di un mondo contadino all’avvenuta vinificazione del dono strappato con fatica alla madre-terra.

Per questa ricorrenza allora in alto i calici e versi in abbondanza del poeta copertinese Antonio Gala, capaci di restituire alcune tonalità dell’atmosfera delle notti di santu Martinu.

Ah, dimenticavo, la mia serata milanese trascorse pacatamente, con un film discreto e qualche goccio di un vino passabile a farmi compagnia, bevuto in ogni caso allegramente, alla salute della mia terra e degli amici lontani, chiacchieroni, brilli e per l’occasione senza dubbio molto indaffarati.

di Antonio Gala

SANTU MARTINU

Si scarfannu la sera ti Santu Martinu

annanzi allu fuecu, cu nu ‘rsulu ti vìnu.

Eranu sprinzate li utti e li uzzeddre,

cu sapuranu lu casu puntu e li nuceddre.
Si scaldavano la sera di San Martino,

vicino al camino, con un boccale di vino.

Si stappavano le botti ed altri recipienti

per gustare formaggio punto e vari ingredienti.

Un caro saluto a tutti voi
Gioacchino Vilei

martedì 10 novembre 2009

Sei salentino se.....pregi e difetti dei salentini(cliccate qui per vedere il video)

Ciao amiche ed amici,
vi ho parlato del Salento e adesso anche dei salentini,"brava gente"-
Quello che segue è un vademecum anche scherzoso sui Salentini che gira su internet e nei gruppi di facebook
E' anche vero che non tutti i Salentini sono così:c'è chi ha qualche difetto o pregio in più,ma sostanzialmente hanno il cuore in mano,pronti sempre a darti una mano nei momenti di bisogno.
Personalmente,per esempio,non condivido alcuni passaggi del vademecum ma mi sento sempre salentino e non me ne vogliano gli amici Milanesi.


Sei salentino se...


· sei salentino se pur non avendo un lavoro e un euro in tasca offri il caffè al bar ai tuoi amici!

· ..sei salentino quando ti lamenti sempre della tua città e quando sei fuori la vanti come se fosse il paese delle meraviglie!!!

· sei salentino se quando vivi fuori, almeno 1 volta al mese ricevi il pacco che ti manda tua madre da giù con tutte le cose tipiche!

· sei salentino se ami la tua terra e ti fai le vacanze nei tuoi posti di mare

· sei salentino se, pur vivendo al Nord da dieci anni, non hai perso una virgola del tuo meraviglioso accento!!( puru ca tutti te pijiane pe culu!)

· sei salentino se trovi un portafoglio per terra e te futti tutti li sordi..(e puru lu borsellinu se è buenu)

· sei salentino se parcheggi la macchina in quinta fila e dopo ti lamenti pure perché ti hanno fatto la multa

· sei salentino se per fare 100 metri prendi la macchina!!!!

· sei salentino se quando devi andare da una parte inizi a ripetere all’amico:MENA, MOVITE, MANISCIATE!!!

· sei salentino se odi i baresi e per insultare qualcuno usi la frase: STU BARESE DE MERDA

· sei salentino se hai la felpa SALENTO 12 per l’inverno e per l’estate la maglietta SALENTU, LU SULE, LU MARE, LU JENTU

· sei salentino se già quando hai un anno sai ballare la pizzica e suonare il tamburello

· sei salentino se hai la marmitta modificata e i neon blu nella macchina

· sei salentino se le parole “pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu tou pare ca balla” le senti cantare in 20 paesi diversi in una sera d’estate

· sei salentino se vai allo stadio con la macchina piena di gente vestita giallo rossa, con la sciarpa dietro Forza Lecce, e canti CI NU ZUMPA NU BARESE E’ E’!!

· sei salentino sei hai tutti i cd dei sud sound system e quando sei al Nord li fai sentire a tutta la comitiva

· sei salentino se quando stai in mezzo al traffico litighi con tutte le macchine vicine e bestemmi i morti a tutti

· sei salentino se abiti in un paesino di 1000 abitanti e conosci tutti

· sei salentino se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere chè è successo

· sei salentino se parli cu tutti e gridi pure che la persona a cui parli ti sta a 10 cm di distanza

· sei salentino se vai al militare perché non sai che fare del tuo futuro

· sei salentino se dopo 3 ore che conosci una persona la inviti a Lecce per le vacanze estive

· sei salentino se parcheggi la macchina ai parcheggi abusivi e per te è tutto normale

· sei salentino se al parcheggiatore abusivo dai manco 50 cent tantu cu te lu cacci de nanzi



· sei salentino se trovi normale vedere 3 ragazzi che vanno in giro tutti su uno scooter

· sei salentino se almeno una volta nella vita sei stato raccomandato!!!

· sei salentino se vai ogni anno alla Notte Della Taranta puru ca stai alla svizzera

· sei salentino se alla Notte Della Taranta arrivi cu le damigiane de mieru pe tutti

· sei salentino se quando vai in macchina alzi la musica a palla

· sei salentino se commenti quello di prima con la frase:STU NZALLU!!

· sei salentino se alle elezioni provinciali hai dato il voto a Vendola solo perché Fitto aveva fatto schifo

· sei salentino se quando incontri fuori dalla puglia un tuo concittadino che nn avevi mai cagato in città,ci parli come se usciste insieme da una vita!

· sei salentino se ascolti i Negramaro anche se non ti piacciono perché sono di Lecce

· sei salentino se ti compri le cinture firmate…dai mori in via Trinchese

· sei salentino quando dici di non essere permaloso e ti incazzi ad ogni appunto che ti fanno!

· sei salentino se scrivi sui muri con le bombolette ODIO BARI e BARI MERDA

· sei salentino se almeno una volta nella tua vita usi i proverbi: "Lu cane sècuta lu strazzàtu"; "Ogni petra azza parite”; "Quandu addhu no teni, cu mammata te curchi".

· sei salentino quando vivi al nord e almeno una volta al giorno ti viene nostalgia della tua terra e della sua gente!

· sei salentino se ridi anche nelle situazioni drammatiche e fai divertire la gente

· sei salentino se vai al Nord per lavorare per la tua famiglia

· sei salentino se te faci a quatthru cu faci nu favore all’amicu

· sei salentino se lavori a nero pure tutta la vita

· sei salentino se passi l’estate tra dance hall e sagre di paese

· sei salentino quando la gente ti definisce simpatico “cu dd’accentu!”

· sei salentino se ti mangi lu purpu, la pitta, e ti bevi Primitivo di Manduria accompagnato dai taralli

· sei salentino se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi

· sei salentino se sulla spiaggia cerchi di abbordare le ragazze con i fischi anche se sei un cesso

· sei salentino se hai sempre un sorriso e un consiglio per gli amici

· sei salentino se ti chiamano “terrone” al Nord e non ti offendi, anzi…

· sei salentino se hai un soprannome che ti danno gli amici del paese

· sei salentino se in estate la prima volta che ti abbronzi, ti ustioni e spelli

· sei salentino se anche se nn hai un lavoro scorazzi in giro con il macchinone!

· sei salentino se per richiamare gli amici gridi “VAGNONIII!!!”

· Ma sei salentino soprattutto quando non ti vergogni della tua terra e ricordi sempre il luogo dove sei nato. Quando la esalti per il mare e la buona cucina, il sole caldo anche d’inverno, per l’ospitalità della gente e per tutte le bellezze che la rendono una terra splendida!!!





Un caro saluto a tutti voi

Gioacchino Vilei



venerdì 6 novembre 2009

Cummare e cumpare-termini Salentini


Ciao amiche ed amici,
abitando o visitando il Salento avrete sicuramente sentito i termini"cumpare o cumare" e la gente ci tiene molto a pronunciarli .Avrete anche sentito "cumpare mesciu Renato o cumare mescia Tina per esempio.

Questo perchè la persona in oggetto oltre ad essere cumpare o cumare è anche mesciu o mescia.(ved il mio argomento successivo)

Il termine sostanzialmente si riferisce a chi ha battezzato o cresimato una persona, e poi si usa anche per i testimoni di nozze.

Sentirete parlare anche di cumpare o cumare di San Giovanni quando si tratta della prima persona che si è battezzata o cresimata.

Si instaura quindi un senso di rispetto e amicizia tra i compari e le comari,rispetto che viene poi ad accrescere se sono anche "mesci o mesce".

Un caro saluto a tutti
Gioacchino Vilei

giovedì 5 novembre 2009

Mesciu-Mescia-termini dialettali Salentini

(mesciu Arturu di Giurdignano-papà di Gianni Benegiamo che gentilmente ci regala questa foto)



Ciao amici ed amiche,

se vivete o avete visitato il Salento siete certamente incappati in termini quali "mesciu e mescia"

A dire il vero ora si usano molto poco rispetto agli anni passati.

Possiamo tradurre il termine mesciu e mescia,in maestro e maesta.Vale a dire persone esperte in una determinata arte lavorativa.

Se non siete giovanissimi, come me, ricorderete sicuramente i mesci e le mescie dei vostri paesi.Personaggi,persone molto schette,professionalmente preparate,persone per bene insomma.

Ricordo ancora infatti alcuni personaggi di Giurdignano che erano conosciuti e stimati da tutto il paese e professionalmente molto validi.

Mio papà veniva chiamato Mesciu Luca e faceva il barbiere.Mesciu Arturu-Mesciu Totu -Mesciu Saveriu e Mesciu Arfretu facevano i calzolai.Mesciu Totu Macu, faceva il fabbro ferraio e costruiva anche traini.Mesciu Cicciu faceva il manescalco. Tra le mesce ricordo, Mescia Tetta e Mescia Parmina che avevano un negozio di generi alimentari-Mescia Lisa e Mescia Telina facevano le sarte.

C'è anche da dire che questi termini venivano usati per indicare il maestro e la maestra della scuola elementare.

Il termine mesciu veniva e viene anche usato in forma un pò burlesca "mesciu,osci c'è sunamu?"Maestro(inteso come maestro di banda),oggi che suoniamo?-conoscendo già la risposta ,nel senso che suonano lo stesso pezzo d'opera perchè non ne conoscono altri.

Un caro saluto a tutti
Gioacchino Vilei

mercoledì 4 novembre 2009

Le torri costiere della penisola Salentina


Ciao amiche ed amici,

altra caratteristica del Salento è quella delle numerose torri lungo la costa.Se siete o venite nel Salento avrete modo di scorgere torri di varia mole e grandezza che quasi certamente furono utilizzate come postazioni di avvistamento o di segnalazione di un pericolo imminente.
Le coste,che rappresentano lo scenario fondamentale entro cui queste costruzioni si inseriscono,sono state nei secoli porzioni di territorio di fondamentale interesse logistico,sia in quanto punto di primo approdo per popolazioni in arrivo,sia come punto di partenza per spedizioni verso terre lontane.
Queste spedizioni hanno avuto come fine l'ambiziosa conquista di nuovi territori o,più semplicemente, il trasporto o lo scambio di merci e di culture che ne conseguiva.
Le tipologie delle torri costiere erano due:-torre a pianta quadrangolare,il cui vantaggio era costituito dalla possibilità di un buon piazzamento delle artiglierie su quattro lati della costruzione
-torre a pianta circolare,il cui vantaggio era legato alla migliore resistenza alle sollecitazioni statiche e dinamiche.

Cerchiamo di vedere insieme alcune torri partendo da Otranto e dirigendoci verso Lecce seguendo la litoranea.
Abbiamo la
torre Fiumicelli(Otranto)-torre del serpe(otranto)-torre dell'orte(Otranto)-torre Specchia Ruggeri(comune di Melendugno)-Torre San Foca(comune di Melendugno)-torre Roca Vecchia(comune di Melendugno)-torreDell'Orso(comune di Melendugno)-Torre Sant'Andrea(comune di Melendugno).

Se partiamo, invece, da porto Badisco verso Santa Maria di Leuca abbiamo
torre Sant'Emiliano(porto badisco)-torre Minervino, a cui si riferisce la foto(porto Badisco)-torre Miggiano(comune di Santa Cesarea Terme)-torre del Lupo(comune di Diso)-torre Andrano(comune di Andrano)-torre Sasso(comune di Tricase)-torre Palane(comune di Tricase)-torre Naspre(comune di Tiggiano)-torre Specchia Grande(comune di Corsano)-torre porto di Novaglie(comune di Gagliano del capo)-torre dell'Omo Morto(comune di Castrignano dei greci)-
Anche il versante ionico è ricco di varie torri ma vi tralascio la descrizione.

A chi volesse approfondire l'argomento consiglio di leggere il libro di Caterina Ferrara,con introduzione di Carmelo Carangelo edito da Progeca edizioni dal titolo"le torri costiere della penisola salentina".Qui potete trovare tutte le informazioni sull'argomento.
A tutti consiglio invece di fare una bella passeggiata e ammirare queste torri e la incantevole costiera Salentina.
Un caro saluto
Gioacchino Vilei

domenica 1 novembre 2009

I pezzetti di cavallo-ricetta Salentina dell'amico cuoco Giuliano Longo



Ciao amici Salentini e amanti del Salento,
vi trascrivo un'altra ricetta d'un tempo passato dell'amico Giuliano Longo,cuoco e Giurdignanese.
"i pezzetti de cavallu"

Ricordo ancora il profumo di questa pietanza e soprattutto "a puteca da Dunata"in piazza a Giurdignano negli anni 60.Con gli amici,la domenica sera, si andava a mangiare questa pietanza o i tordi.Vi posso assicurare che il profumo e il gusto di queste pietanze le ricordo ancora adesso.

Ed ecco la ricetta.Agli amici del nord dico che va bene anche accompagnata dalla polenta.

INGREDIENTI:
2 kg di polpa di cavallo,meglio anche se c'è un pezzo di muscolo,10 foglie di alloro,una cipolla(c'è chi usa l'aglio)-1- peperoncino secco,olio buono del Salento o extra vergine d'oliva,un cucchiaio di pepe in grani,100 gr di conserva di pomodoro(doppio concentrato)-

ESECUZIONE
Prendere una casseruola,riempirla d'acqua fredda,mettere la carne,parte dell'alloro e il pepe in grani,salarla leggermente e far cuocere la carne fino a metà cottura,per circa un'ora e mezzo;schiumare l'acqua durante questa fase di cottura,scolare la carne,sciacquarla sotto l'acqua corrente e tagliarla a fette dello spessore di un centimetro circa e larghe circa 7-8 centimetri.
Quindi,prendere un'altra casseruola ,mettere mezzo bicchiere d'olio,far imbiondire la cipolla tritata(o aglio) insieme al peperoncino,versare dentro la conserva e farla soffrigere un pò,unire il restante alloro,4-5 mestoli d'acqua,portare ad ebollizione e unire i pezzetti di cavallo,aggiustare di sapore salando e farli cuocere finchè la carne non risulterà cotta.
Se durante la cottura il sugo dovesse asciugarsi troppo,aggiungere ancora un pò d'acqua.
Importante che a fine cottura il sugo rimasto abbia la consistenza di una salsa al pomodoro.
Buon appetito........provate a fare la ricetta....e grazie a Giuliano.
Un caro saluto
Gioacchino Vilei