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venerdì 26 novembre 2010

Il Natale rimane la festa dei bambini:ecco il mio Natale...da raccontare ai vostri figli e nipoti

Ciao  amiche  ed amici,
ormai Natale  è alle porte.Per me il Natale resta la festa dei bambini.Il mio di Natale,quando ero bambino era  completamente diverso dal Natale di questi anni.Ecco perchè lo ricordo con piacere e anni fà ho composto una poesia dialettale  per le mie figlie in modo che tradizioni,usi,costumi d'un tempo venissero ricordati.Poesia in dialetto Salentino,con la quale descrivo esattamente come si trascorreva il Natale in quegli anni.

Ecco la poesia

NATALE


(dedicata alle mie figlie:Annalisa-Silvia-Stefania)




Fije mei,


lu Natale de tanti anni rretu


quannu iou eru piccinnu comu ui


nautra cosa era.


Nove giurni prima de Natale,


la nuvena ncuminciava


e lu papà osciu


la mmane mprima se zava


e poi tuttu nsunnatu


alla chiesa rriava.


Tu scendi dalle stelle


se cantava e


aria de festa se sintia.






Alla scola poi,


la letterina de Natale sescrivia


e la recita e la poesia se mparava.


La notte de natale,


tutti riuniti nanzi lu cantune


le mengule se cazzaune


e a "chirifì chirifò scicaune.






Lu girnu de natale


cullu vestitu nou


a missa sciane.


A menzatie


la letterina de natale sutta


lu piattu de patrima mintia


li sordi spittava


ca li simenti e li lupini


mera ccattare.






Tante belle cose se mangiaune


ma specialmente le pittule


le cartidrhate e li cunfritti cullu mele.


Nun c'erene tutti li regali de moi


ca tiniti ui a Natale


sutta l'albero:sia ca li regali


se faciune alla festa


della befana,sia ca


nun c'erene li sordi de moi.






Quistu era lu Natale


de lu papà osciu,povero ma bellu:


quannu divintati cranni


cuntatulu puru alli fiji osci



(traduzione)



NATALE


Figlie mie,


il Natale di tanti anni fà,quandoero piccolo come voi, era un'altra cosa.


Nove giorni prima di Natale,incominciava la novena,vostro padre la mattina si alzava presto e arrivava in chiesa assonnato.


Si cantava "tu scendi dalle stelle" e si sentiva aria di festa.


Alla scuola si scriveva la letterina di Natale,si faceva la recita e si impararva una poesia.


La notte di Natale tutta la famiglia era riunita vicino al camino,si schiacciavano i pinoli e si giocava.


Il giorno di Natale,si andava a messa col vestito nuovo.


A mezzogiorno,si metteva la letterina, preparata a scuola, sotto il piatto del papà per fare una sorpresa e si aspettavano i soldini perchè con quelli si comprava i lupini .


Si mangiavano delle ottime pietanze ma soprattutto i dolci tipici del salento:pittule-cartellate e strufoli col miele.


Non c'erano tutti i regali che avete voi adesso sotto l'albero;sia perchè non era usanza farli a Natale ma della festa della befana e soprattutto perchè non si navigava nell'oro.


Questo era il Natale di vostro papà :povero ma bello,.
quando diventerete grandi raccontatelo
ai vostri figli



Avete  capito certamente che non si navigava nell'oro in quegli anni e quanti di voi hanno la mia età hanno anche vissuto quei momenti,ma si era felici e si accontentava  di poco.

Quello che ricordo  ancora adesso con piacere è quel camino acceso e l'odore di quelle pigne,i dolci tipici Natalizi(pittole-cartiddrate-cunfritti) che mia mamma preparava con cura.
Ricordo ancora l'attenzione che si poneva nello scrivere la letterina per il papà,prima in brutta e poi in bella copia, facendo attenzione a non fare errori.
Inoltre si preparava il presepe soprattutto in chiesa e a scuola e  non ricordo in quei tempi d'aver fatto l'albero di Natale.

Mi piacerebbe  amici conoscere i vostri ricordi di quei tempi,ormai passati e che non tornano più.
Un abbraccio a tutti voi.
Gioacchino Vilei