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venerdì 28 novembre 2008

PITTULE-RICETTA PUGLIESE PER IL NATALE


Ciao amici,
per Natale,se volete preparare qualcosa di buono,preparate questa ricetta fornitami dal mio amico cuoco Giuliano di Giurdignano.


PITTULE

INGREDIENTI
1 kg di farina "oo"-un cucchiaio da pasto raso di sale fino(circa 15-20 gr)-1 panetto di lievito di birra fresco-1 cucchiaiio da the di zucchero-600 ml. di acqua circa-abbondante olio per friggere(il mio amico consiglia quello di arachidi)

ESECUZIONE
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida con lo zucchero e il sale,unirvi la farina sino ad ottenere un impasto morbido.Lasciar lievitare l'impasto per circa due ore al caldo.
Adesso attenzione !!!!
Rimescolare un pò l'impasto,prendere una quantità d'impasto che stia in una mano,stringerlo e far fuori uscire tra il pollice e l'indice una pallina,che vi aiuterete a staccare con l'ausilio di un cucchiaio,immergendola subito nell'olio ben caldo.Cuocetene un pò la volta fino a completa doratura,mescolandole in continuazione.
Si dovrebbero ottenere delle frittelline più o meno tonde,che si fanno asciugare su carta assorbente e si servono subito ben calde.
Volendo si possono arricchire con olive nere,cavolfiori,capperi,ma le più buone secondo Giuliano sono quelle semplici che faceva sua nonna.

BUON LAVORO E BUON APPETITO
Giò Vilei

Cartiddrate-ricetta pugliese per il Natale

Ciao amici,
proseguo con un'altra ricetta Pugliese,tipicamente natalizia.
Ringrazio il mio amico Giuliano di Giurdignano,che fà il cuoco, che è stato gentilissimo a inviarmela ed ha tenuto conto nella preparazione dei consigli dei suoi nonni.

CARTIDDRATE

INGREDIENTI:
1 kg di farina "00"-un bicchiere d'olio d'oliva-una buccia d'arancia non trattata-50 gr di zucchero-300 ml di succo di arance(spremute fresche)-acqua q.b.-un pizzico di cannella,facoltativo-un pizzico di sale-abbondante olio per friggere(il mio amico consiglia quello di arachidi)-miele mille fiori per glassare le cartiddrate a piacere-50 gr di anicini(zuccherini colorati)

ESECUZIONE
Far sfumare nell'olio ben caldo la buccia d'arancia,disporre la farina a fontana e versarvi sopra l'olio,privandolo della buccia d'arancia.Passare tutta la farina sfregandola tra le mani in modo che si assorba tutto l'olio omogeneamente.A questo punto unire unire lo zucchero,il sale e se gradite la cannella.Far intiepidire il succo delle arance spremute e incominciare ad impastare il tutto,quindi aggiungere un pò d'acqua tiepida per volta ,sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo che si riesca a stendere con il mattarello.A questo punto stendere la pasta in una sfloglia sottile,tagliare delle striscie larghe 5 cm e lunghe circa 50.
Piegarle a metà nel senso della lunghezza e pizzicare i bordi della striscia ogni 3 cm dal lato dei lembi aperti,arrotolare ogni nastro su se stesso unendo nei punti lasciati aperti in precedenza come a formare delle rose.
Friggere le cartiddrate poche alla volta in abbondante olio,fino a completa doratura e farle asciugare su carta assorbente,quindi disporle su un piatto,glassarle con il miele scaldato con un filo d'acqua e spolverarle con gli anicini colorati.
Esiste la variante con il vino cotto speziato al posto del miele(personalmente preferisco quelle col miele).
E' meglio prepararle il giorno prima di servirle.Si conservano bene per due settimane in scatole ermetiche.
Buon lavoro e buon appetito.
Gio' Vilei

mercoledì 26 novembre 2008

Altra ricetta natalizia-"i purcidrhuzzi"


Ciao amici,
ecco un'altra ricetta tipica del periodo natalizio.


I PURCIDRHUZZI

INGREDIENTI
Kg 1 di fior di farina
gr 200 di olio
gr 200 di vino bianco
1 arancia(la buccia e il succo)
1 bustina di lievito per dolci
-miele
cannella
pinoli q.b.


PREPARAZIONE
Si impasta la farina con i diversi ingredienti e si lavora a lungo.Si formano poi dei maccheroni del diametro di un centimetro da cui si ritagliano dei pezzi lunghi non più di un paio di centimetri.Si appoggia ogni pezzo di pasta sul retro di una grattugia o,come si faceva anticamente,su di un pettine da telaio e si esercita una leggera pressione con il dito per incavarlo e nello stesso tempo decorarlo.I purciddrhuzzi si friggono in abbondante olio bollente,finchè non sono cotti e dorati.Si passano poi in una casseruola dove si è riscaldato il miele e,dopo averli girati e rigirati per qualche minuto,perchè si imbevano bene,si adagiano su un piatto di portata,si spolverano di cannella e si coprono di pinoli.
Buon appetito!!!!!.

Vermicelli col baccalà-ricetta tipica salentina Natalizia

Ciao amici,
mi rivolgo ai salentini che certamente conoscono queste ricette preparate dalla nonna o dalla mamma ma anche a tutti quelli che amano il salento e la sua cucina.
Natale si sta avvicinando e invito tutti a preparare qualche pietanza tipica seguendo i consigli di un'amica,LUCIA D'alba che è molto giovane ma si è fatto dare le ricette dai suoi genitori.

VERMICELLI COL BACCALA'

Ingredienti
800 gr di baccalà
500 gr di vermicelli di grano duro fatti a mano possibilmente
2 o 3 porri(spunsali)
1 mazzetto di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
olio(q.b.)
300 gr di salsa di pomodoro

PREPARAZIONE
E' un piatto tradizionale della vigilia di Natale-In una teglia si fa dorare nell'olio uno spicchio d'aglio,si cuoce il baccalà con due 3 porri(spunsali) tagliati grossolanamente ed un mazzetto di prezzemolo.Quando si cuoce tutto fino ad imbiondirsi,si aggiunge il sugo di pomodoro e si lascia bollire,con sale e pepe quanto basta.Intanto si cuociono a metà i vermicelli,si scolano,si mescola il sugo di cottura del baccalà fino al ultimare la cottura.Prima di portare in tavola si guarnisce la zuppiera della pasta con i pezzetti del baccalà.
Buon appetito!!!!!

venerdì 21 novembre 2008

OTRANTO,CITTA' MERAVIGLIOSA,MERITA DI ESSERE VISTA


Ciao amici,mi rivolgo soprattutto a chi ama "Otranto"e agli amici che invito a visitarla .
Una magnifica città del salento è otranto,a due passi da Giurdignano e da Porto badisco,località stupenda e incontaminata.
E' la città più orientale d'Italia:la punta Palascia,fuori dal centro abitato,è il punto posto più ad est della penisola italiana.E' il punto dove sorge prima il sole in Italia.
Non voglio descrivere qui i suoi alberghi,ristoranti luoghi di ritrovo perchè basta andare su internet, cliccare su Otranto e troverete di tutto e di più.
Vi invito solo a visitare questa città perchè non ve ne pentirete.Merita,tra l'altro, di essere vista:la cattedrale con il suo mosaico pavimentale-la chiesa di San Pietro-il castello aragonese e poi tutte le stradine,strette e caratteristiche anche per i loro negozi.
A quanti invece come me hanno una certa età e da ragazzi andavano a Otranto,allora con il traino o con la bicicletta dedico questa mia poesia dialettale che fa parte della mia raccolta del 1991.
Penso che molti di voi si riconosceranno e rivivranno quei bei tempi lontani.

UTRANTU MEU
Utrantu,si statu sempre bellu
e a mie mutu caru,
sia moi sia quannu eru vagnone;
me sentu na cosa ntra lu core
quannu sentu parlare de tie.

La spiaggia preferita
era la punta.
Certe fiate vinia cu lu trainu
oppuru culla vespa ca tannu
sulu patrima tinia a Giurdignanu.

E poi...lu bagnu...anzi
tanti bagni allu mare piccinnu,
antrà li cuti me facia.
A menzatie poi,propriu sulli cuti
mangiavane la pasta sciutta
ca nerene purtata de casa
e puru lu milune.

Comu era bellu
comu me piacia sciucare
cu fraima lu Pippi e culli
amici mei.

Moi,maggiu fattu cranne
nu te visciu comu prima
percè stau luntanu,
tie si divintatu mpurtante
ma pe mie si sempre comu prima.

Utrantu,puru ca nussù de quai,
nulli face nienti:fane finta ca teni
nu fiju de cchiui.

martedì 4 novembre 2008

La festa patronale di San Rocco a Giurdignano(Lecce)


Ciao amici,
ritorno sull'argomento con una mia poesia dialettale nella quale potete vedere gli usi e costumi di tanti anni fà.....ma che adesso non sono cambiati molto.........forse son cambiate le motivazioni e le emozioni.
San Rocco è il protettore del mio paese,Giurdignano.

LA FESTA DE SANTU ROCCU

E' spicciatu lu tiempu
quannu cu tanta ansia
la festa de Santu Roccu se spittava.

Nu mese prima o forse cchiui
la casa se llattava,
poi allu vestitu se pinsava.
Ci putia,tuttu confezionatu
se lu ccattava,ci nu putia
la stoffa allu mercatu se pijava
e lu mesciu ne la cusia.
Se era pussibile puru
le scarpe nove ne ccattaune;
dipinnia se l'annata era bona
e se no quidre de la uttisciana
culla crema ne pulizaune.

Na simana prima ,la parazione rriava
e nui vagnoni ancontru lu carru sciane.
La festa poi se spittava,
anzi la viscilia
ca le barracche riaune e
versu sira sintivi critare:
Lu Costa osciu,belle e caute le nuscedrhe

La sira la processione se facia
lu Sindacu la stola se mintia
e dopu la funzione e lu Te Deum
la serata antrà la Tunata
cu nu pezzettu,menzu quintu
e na gassosa se spicciava.

La mmane de la festa la banda
lu paese era girare
e puru se facia cautu,
nun c'era nienti de fare.
Poi alla missa cantata
tutti erane scire
ca lu panegiricu erene sintire
de nu predicatore vinutu de luntanu
e guai a idrhu se nu parlava de li miraculi
de Santu Roccu e se nu spicciava la predica
culli benedici....benedici...

Spicciata la missa
subitu a casa sciune a mangiare
la pasta cullu sucu,lu lacciu,lu milune,anzi ddoi miluni:
unu de acqua e unu de pane.

La sira tutti cangiati
cullu vestitu nou
le banne se spittaune:
una de na vanna e una de l'autra
percè s'erene ncuntrare a
menzu la chiazza sunannu la
marcia triunfale.

Poi ncuminciava la serata
e le banne se alternaune
a sunare li pezzi d'opera lirica.

Alla fine culli fochi
la festa se spicciava
e stracchi e strutti a
durmire sciune.

Quista era la festa de Santu Roccu
de tanti anni rretu: E Moi?

sabato 1 novembre 2008

le feste patronali nel Salento


Ciao amici,
le feste patronali sono ormai una bella tradizione del Salento.
Ritengo però che bisogna rinnovarsi,nel rispetto della tradizione.
Secondo il mio modesto parere si spendono troppi soldi e si spendono male.
Spesso si invitano due,tre gruppi bandistici,ma poi nessuno o quasi ascolta la musica perchè c'è un chiasso infernale.
lLa cassa armonica andrebbe collocata in un posto più tranquillo,allestendo delle sedie dove la gente può sedersi e soprattutto bisognerebbe commentare il brano che si sta eseguendo.In questo modo forse anche i giovani potrebbero avvicinarsi alla musica classica.
Una piccola parte degli incassi della sottoscrizione andrebbe destinata a qualcosa che poi resta nella storia-per esempio ad un'associazione o altro.
In questo modo forse si potrebbe coniare un altro detto dialettale
"passata la festa.....è rimastu puru qualcosa" anzichè l'attuale detto
"passata la festa,gabbatu lu Santu"

Amici salentini cosa ne pensate?

Un caro saluto
Gio'